La vitamina del SOLE… Ma non SOLO!
La vitamina D è un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. La vitamina D3 (colecalciferolo), il tipo di vitamina D sintetizzato dagli organismi animali, è una vitamina liposolubile da cui attraverso una serie di passaggi enzimatici si ottiene il metabolita attivo, il calcitriolo (1,25 (OH)2D3). La forma endogena della vitamina D viene sintetizzata dall'organismo per azione della luce solare. Per tale motivo è anche nota come la “vitamina del sole”. Se tuttavia la sintesi endogena risulta spesso insufficiente, la si può assumere attraverso alcuni alimenti. I più ricchi sono: pesci marini (specie il salmone, le sardine, l’olio di fegato di merluzzo), il fegato, il tuorlo delle uova, funghi. Importante apporto lo si può anche ottenere con numerosi integratori alimentari. Il meccanismo d’azione dei metaboliti della vitamina D è tuttora oggetto di ricerca. La funzione più conosciuta della vitamina D è sicuramente di stimolare l'assorbimento a livello intestinale del calcio e del fosforo, favorendo la mineralizzazione della matrice ossea. Sempre più accurati studi però stanno ponendo attenzione al ruolo globale della Vitamina D nell’economia dell’organismo, e non solo nei disturbi legati all’alterato metabolismo dell’osso. E se è ormai noto da tempo che un deficit di Vitamina D può causare rarefazione del tessuto osseo, osteoporosi (riduzione della massa ossea) e un incremento del rischio di fratture, si è osservato che la sua forma attiva presenta notevoli effetti immunostimolanti: il legame tra la vitamina e il suo recettore presente nel nucleo dei monociti e dei macrofagi, determina la sintesi della catelicidina, un peptide in grado di distruggere gli agenti infettivi. Ne consegue che la sua carenza può essere associata così ad una più facile insorgenza di infezioni. L'esposizione alla luce solare è normalmente sufficiente per coprire le richieste di vitamina D dell'organismo, ma la vita moderna che presuppone il passare molto tempo in ambienti chiusi riduce drasticamente le ore di esposizione al sole. Anche il vivere in città,
dove i raggi solari filtrano poco a causa della presenza dei palazzi sortisce lo stesso deleterio effetto. Altri fattori che ne limitano l’assorbimento sono: età (a parità di esposizione solare il soggetto anziano produce circa il 30% in meno di vitamina D), l’indice di massa corporea o Bmi (nelle persone obese, la vitamina D tende ad essere “sequestrata” nel tessuto adiposo), il fototipo cutaneo ed in ultimo l’inquinamento atmosferico.
Verificarne il livello attraverso un semplice ma preciso test di analisi sanguigna, è sempre consigliato. Questo perché ci permette di valutare il modo migliore di integrare con il corretto dosaggio di vitamina D, ormai disponibile in tantissime concentrazioni e prodotti.